Nota in occasione della seconda "Bruno Ceccarelli Lecture"
JEAN-PIERRE CHANGEUX
Institut Pasteur, Paris
Nicotinic receptors in the brain:
 structure, function and regulation
Mercoledì, 9 ottobre 1996, h.  12.15
Caravella S. Maria - DIBIT, Istituto Scientifico San Raffaele

Dal curaro dei pigmei al gusto del fumo...
Una conferenza di Jean-Pierre Changeux sui recettori nicotinici

    "Recettori nicotinici" nel cervello.  Si parlerà forse di nicotina, di tabagismo, dei danni delle sigarette... Sarà forse una nuova campagna anti-fumo della associazione contro il cancro...
    Il professor Jean Pierre Changeux, uno dei padri della neurobiologia (lo studio delle cellule nervose e del loro funzionamento) e maître à penser d’Oltralpe, è tra i pochi scienziati che abbiano saputo lanciare ponti tra le scienze della vita (la bella dizione che gli anglosassoni impiegano per indicare biologia e medicina) e la cultura umanistica, rivolgendosi anche al grande pubblico con libri quali L’uomo neuronale (Feltrinelli), La materia del Pensiero (Bollati Boringhieri) e Ragione e piacere (Cortina Editore).
    Nell’aula magna del dipartimento di ricerca del S. Raffaele, ha percorso la affascinante storia della proteina che, posta sulla membrana delle fibre muscolari, ne determina la attivazione e la contrazione in risposta all’arrivo di una sostanza chimica liberata dalle cellule nervose, l’acetilcolina. E’ il bersaglio del curaro, il veleno vegetale con cui i pigmei dell’Amazzonia avvelenavano le punte delle frecce per paralizzare le prede di caccia. E’ il bersaglio del veleno del cobra, del Naja naja, di quell’altro serpente a strisce arancio e nere che sembra un improbabile scherzo della natura, il Bungarus multicinctus. E’ la proteina che permette alla torpedine ed all’anguilla elettrica di attivare contemporaneamente la enorme pila di cellule che costituisce l’organo elettrico, determinando una potente scarica che tramortisce prede e predatori. Si chiama recettore nicotinico perché la nicotina è una molecola che assomiglia alla acetilcolina ed è in grado di attivarlo, riproducendo alcuni effetti di questo neurotrasmettitore. E proteine simili, altri recettori nicotinici, sono presenti sulle cellule nervose (i neuroni), in alcune aree del cervello; sono necessarie per la trasmissione di impulsi tra neuroni, e pertanto indispensabili per funzioni superiori del cervello: memoria, apprendimento, elaborazione di comportamenti complessi. Il morbo di Alzheimer insorge proprio a seguito della compromissione dei sistemi nicotinici centrali.
    Certo, c’entra anche il vizio del fumo.
    Quella sensazione di piacere che una gratificazione, pratica intellettuale o etica che sia, ci procura, è sostenuta nel nostro cervello dalla attivazione di uno specifico sistema di neuroni (nucleo accumbens, sistema dopaminergico mesolimbico per gli addetti ai lavori). Questo sistema, detto dagli inglesi "sistema della ricompensa", è attivato per esempio dalle endorfine, sostanze che vengono liberate da specifici neuroni che, nel sistema nervoso centrale, sono incaricati di attenuare la percezione del dolore e sostenere la sensazione di benessere. E lo fanno legandosi a recettori (proteine) che pure morfina, eroina e molecole simili sanno stimolare: è forse strano allora che gli oppiacei producano dipendenza ?
    Attraverso vie diverse, il sistema neuronale della "ricompensa" è attivato anche dall’acetilcolina, attraverso recettori nicotinici; e quando la nicotina arriva nel cervello, ogni boccata di fumo aspirata riceve la sua "ricompensa". Un ratto che sia messo in condizione di stimolare elettricamente questi sistemi neuronali di "ricompensa" pigiando un bottone impara a farlo con instancabile solerzia, come il cane impara a fare il morto se viene ricompensato con un biscotto. Per questo molti fumatori sono capaci di smettere di fumare, ma non appena - convinti di aver perso il vizio - pensano di potersi concedere un paio di sigarette al giorno (che fanno meno danno di una passeggiata in centro) ritornano rapidamente al loro pacchetto quotidiano.

    Una corsa tra curiosità antropologiche e zoologiche, neuroscienze e problemi sociali. Il professor Changeux, umanista oltre che scienziato, appassionato organizzatore di mostre d’arte barocca, ci propone il suo punto di vista capace di conciliare il riduzionismo biologico con la filosofia umanistica. E’ una porta che sarebbe interessante aprire, nella nostra cultura schizofrenica dove la comprensione dei fenomeni naturali e lo studio dell’uomo - della mente, della società, dell’economia, della storia e dell’arte - restano ineluttabilmente separati. Ed è l’obbiettivo che persegue, con queste conferenze, la giovane associazione che un gruppo di studiosi di neuroscienze ha costituito in memoria di Bruno Ceccarelli, pioniere dello studio del funzionamento delle cellule nervose.


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