L'impulso nervoso.
I neuroni utilizzano due tipi di segnali elettrochimici
per diffondere l'impulso nervoso attraverso tutta la rete nervosa:
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I potenziali d'azione possono propagarsi senza
distorsione da una estremità all'altra e si basano su processi attivi;
è un evento breve che si propaga senza alterazioni lungo tutto l'assone
e lungo tutte le fibre nervose con differente velocità. Queste infatti
risultano più elevate negli assoni di grande diametro rispetto a
quelli di piccolo diametro.
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I potenziali locali sono in grado di far svolgere
alle singole cellule nervose funzioni integrative e di dare origine al
potenziale d'azione; sono graduati e possono estendersi solo su brevi distanze
di solito dell'ordine di 102 mm e hanno un ruolo essenziale nelle terminazioni
nervose sensoriali, infine essi sono passivi e sono soggetti all'attenuazione
alla distorsione.
Per comprendere i processi di trasmissione dei segnali elettrici
è necessario conoscere prima alcuni aspetti strutturali riguardanti
l'assone o fibra nervosa. La fibra può essere considerata come un
tubo riempito con soluzione acquosa di sali, dissociati in ioni carichi
negativamente e positivamente, separata dalla soluzione extracellulare
per mezzo di una membrana. Il doppio strato lipidico della membrana dell'assone
è, analogamente a quello delle altre membrane cellulari, impermeabile
agli ioni e a gran parte delle molecole polari. Il passaggio di queste
particelle attraverso la membrana dipende dalla presenza di specifiche
proteine. Le proteine implicate nel trasporto di ioni attraverso le membrane
si distinguono in due categorie:
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Proteine che costituiscono canali di passaggio per determinati
ioni i quali si aprono e si chiudono a seconda della conformazione assunta
dalla proteina, in funzione dei cambiamenti che avvengono attorno ad essa.
Queste proteine sono definite canali ionici e si possono
suddivere in funzione del meccanismo di regolazione della apertura in:
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canali sensibili al potenziale di membrana
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recettori-canale le quali regolano l'apertura
o la chiusura dei canali a seguito del legame con specifiche sostanze chimiche
presenti fuori dalla cellula (ormoni o neurotrasmettitori) o nella
cellula stessa.
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Proteine con funzione di pompa: ne è un esempio la
pompa sodio-potassio che agisce contro gradiente consumando
energia, espellendo ioni sodio in cambio di potassio e determinando così
una ridotta concentrazione di sodio e un eccesso di potassio nell'ambiente
intracellulare.
Il gradiente di concentrazione ionico, che si viene a formare
grazie alla azione delle pompe sui due versanti della membrana plasmatica,
causa un eccesso di cariche negative all'interno del citoplasma, definito
potenziale di riposo. Possiamo così parlare di:
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Membrane polarizzata, a riposo (interno negativo, da -50
a -100 mV)
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Membrana depolarizzata, se in seguito ad uno stimolo diventa
meno negativa all'interno rispetto all'esterno.
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Membrana iperpolarizzata, se diventa più negativa.
Grazie a dei microelettrodi è possibile misurare la
differenza di potenziale tra l'interno e l'esterno della cellula. Il potenziale
di riposo è attorno a -70 mV. I valori di potenziale si possono
ottenere anche usando metodi ottici, sfruttando coloranti fluorescenti
che si legano alle membrane cellulari e funzionano da indicatori del potenziale
di membrana.
Se la membrana del neurone viene depolarizzata (per un
impulso elettrico artificiale o a seguito della apertura di canali di membrana,
ad esempio per la presenza di un neurotrasmettitore) si aprono canali voltaggio-dipendenti
per il sodio, che lasciando entrare sodio (carico positivamente) depolarizzano
ulteriormente la membrana. Il processo si amplifica da solo finché
la membrana è completamente depolarizzata o addirittura l'interno
della cellula diviene positivo rispetto all'esterno.
I canali al sodio si inattivano rapidamente; pertanto
la violenta depolarizzazione (potenziale d'azione) si spegne in
pochi millisecondi e la membrane non risulta stimolabile per alcuni ulteriori
millisecondi.
La membrana delle zone adiacenti del neurone viene depolarizzata
dal potenziale d'azione e riproduce a sua volta un potenziale d'azione:
così si determina la propagazione dell'impulso nervoso. L'impulso
non può tornare indietro, a causa del periodo refrattario che segue
al potenziale d'azione nel segmento d'assone interessato.
L'impulso nervoso si propaga lungo tutto il prolungamento
principale del neurone (assone) fino a dove questo termina
facendo contatto con un'altra cellula (neurone o fibra muscolare per esempio).
Il punto di contatto della terminazione nervosa con un altro neurone si
chiama sinapsi: qui avvengono una serie di importanti
processi che permettono la trasmissione dell'impulso all'altro
neurone.