Il trattamento dei pazienti affetti da psicosi, fino alla
metà del nostro secolo, è stato più primitivo che
terapeutico. L'unica soluzione che si potesse apportare al problema dei
malati mentali era l'isolamento dell'individuo dalla società. Intorno
al 1950, la psicofarmacologia è però stata oggetto di grandi
innovazioni. Infatti passò dall'essere puramente empirica, all'essere
scientificamente spiegata e quindi ad essere più credibile e accreditata.
I più grandi vantaggi che la psicofarmacologia
ha apportato alla vita dei malati, sono stati quello di trasferire le cure
dall'ospedale ad un ambiente più famigliare e di reinserire progressivamente
nella società quelle persone soggette a disturbi mentali. La prima
sostanza utilizzata per la cura delle malattie psicotiche è stata
la RAUWOLFIA SERPENTINA, un arbusto rampicante trovato in India. Nel 1943
cominciò ad essere utilizzata come sedativo e come ipotensivo, ma
dal 1954, in seguito a diverse pubblicazioni scientifiche volte a dimostrarne
l'effettiva azione come antipsicotico, cominciò ad essere utilizzato
come psicofarmaco. Contemporaneamente all'uso della reserpina, furono sviluppate
le fenotiazine. Questa classe di composti chimici fu scoperta nel 1883
ma venne usata solo a partire dal 1940. Nel 1944 fu immessa sul mercato
la prometazina, ottenuta modificando le fenotiazine. Anche il farmaco conosciuto
come Largactyl (cloropromazina), immesso sul mercato nel 1954, fu largamente
usato per il trattamento di pazienti psicotici. Dal 1953, un'altra classe
di farmaci, i butirrofenoni, furono ampiamente utilizzati. Inizialmente
venne riconosciuto il loro effetto di potenziamento sulla azione analgesica
degli oppiacei. In particolare, un propafenone modificato a cui venne dato
il nome "Aloperidolo", fu riconosciuto come neurolettico potente e specifico,
molto utilizzato a partire dal 1960.
Nel ventennio tra il 1970 e il 1990 non ci sono state
grandi rivoluzioni nell'ambito del trattamento delle psicosi anche se molti
nuovi farmaci sono in avanzato stato di sperimentazione. In particolare
si è andata costituendo la nuova famiglia dei farmaci antipsicotici
atipici.
E' importante ricordare che la psicofarmacologia è
soggetta a rapide e importanti modificazioni ogni qualvolta un ricercatore
riesce a intuire in molecole conosciute, azioni non immediatamente prevedibili
che potrebbero però essere di grande aiuto per coloro i quali soffrono
di malattie mentali.